Mostra fotografica San Calogero. I volti della festa

Conventino Chiaramontano, Basilica dell’Immacolata, Agrigento

Da mercoledì 18 giugno 2025 a domenica 31 agosto 2025

Luglio - Agosto

A cura dell’Arcidiocesi di Agrigento, Basilica dell’Immacolata, Ecclesiaviva onlus

Lunedì Sabato ore 17.00 - 20.00

Dalla prima alla seconda domenica di luglio ad Agrigento è … San Calogero.
E' il santo di tutti, ed è invocato per i bisogni della vita; i devoti chiedono la sua benedizione e il suo aiuto nei momenti di pericolo.
Il suo nome è di origine greca, Καλόγερος dal significato letterale di "bel o buon vecchio".
La statua che si venera ad Agrigento, pregevole opera cinquecentesca scolpita dai Lo Cascio, scultori di Burgio, lo rappresenta come una figura di anziano alto e forte, vestito di un saio bianco e nero da monaco, con una lunga barba che gli scende sul petto, assorto nella meditazione sopra un libro, che, tiene nella mano destra aperto sulla pagina della Bibbia, libro di Osea (2,14) «𝐷𝑢𝑐𝑎𝑚 𝑒𝑎𝑚 𝑖𝑛 𝑠𝑜𝑙𝑖𝑡𝑢𝑑𝑖𝑛𝑒𝑚, 𝑒𝑡 𝑙𝑜𝑞𝑢𝑎𝑟 𝑎𝑑 𝑐𝑜𝑟 𝑒𝑖𝑢𝑠» (Ti condurrò in un luogo solitario e parlerò al tuo cuore).
La mano sinistra è poggiata ad un lungo bastone, porta all'avambraccio destro una cassetta che simboleggia i poteri taumaturgici a lui attribuiti. L'espressione di tutto il corpo e del viso è di una austerità sobria, che suscita pietà e ammirazione.
La relazione del popolo agrigentino con san Calogero è viva com in un rapporto familiare.
Mamme e papà offrono al Santo i loro bambini affidandoli a Dio; gli sguardi di anziani che la vita, lentamente ha privato dei colori, amicizie e compagni di viaggio cercano di incrociare gli occhi del simulacro.
La festa è fatta di urla e musiche ma la vera essenza sono i volti, gli sguardi, gli occhi dei devoti che fissano quelli del santo trasmigrando, nei suoi, i mali più profondi delle nostre giornate, delle notti insonni, delle stanchezze quotidiane, alla ricerca di una risposta.
Le sfumature di questi volti sono arricchite da gesti e lacrime, segno di sforzo e fatica che diventano un simbolo dell'anelito per un aiuto che venga dal santo taumaturgo.
Un grido si alza tra la folla:
𝑬 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒎𝒂𝒎𝒖 𝒂 𝒄𝒄𝒖 𝒏𝒏'𝒂𝒊𝒖𝒕𝒂𝒂𝒂𝒂𝒂 e il popolo in coro ad una sola voce risponde 𝑬𝒗𝒗𝒊𝒗𝒂 𝑺𝒂𝒏 𝑪𝒂𝒍𝒐̀𝒐̀𝒐̀𝒐̀. Non uno sfogo popolano, ma un grido che esprime un attimo di tenerezza che non è ricerca di ciò che manca, ma espressione di una fiducia e di un forte legame.
I volti dei devoti che diventano un tutt’uno con quello del santo nell'atto di abbracciarlo e baciarlo; i volti dei devoti riflessi nel volto del santo, da asciugare con il proprio fazzoletto, che diventa per il detentore una reliquia da contatto, per chi ha malati in casa, per chi è malato dentro e arranca, per chi vorrebbe stringere delle mani ma vive in solitaria solitudine.

Riproponiamo alcuni scatti della Mostra fotografica 𝑰 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒆𝒔𝒕𝒂 dedicata a San Calogero a cura del Mudia Museo Diocesano Agrigento nel Conventino Chiaramontano della Chiesa dell’Immacolata con le foto di Peppys Cacocciola e Massimo Palamenghi.

Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025

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